La disfatta dell’estate


La purificazione che nel cielo
si è compiuta per opera del vento
non porta conseguenze alla disfatta
dell’estate.

Il silenzio dei muri a retta è forte
e non basta il frusciare delle serpi
o delle foglie d’erba secca a entrare
nei ricordi.

Le voci dove mi trovavo allora
sono da qualche parte ad aspettare
il ritorno del suono del rimbalzo
del pallone.

E’ la salita che farà il lavoro

(da: Scrivere per il futuro ai tempi delle nuvole informatiche, Fara Editore, Rimini, 2012)

«E’ la salita che farà il lavoro»,
dici, «non conta niente tutto il resto.
La sfocatura non è un’apparenza
ma il volto delle cose non rimaste.»

Eppure salgono ancora bagliori
da punti esatti sotto la distesa
di castagni e si possono vedere
piccoli cocci che brillano quasi
fino al livello del mare, voltandosi.

Il silenzio che mi hai gettato in pasto


Il silenzio che mi hai gettato in pasto
non sa di fiele ma ha il gusto del nulla
nascosto dentro le ombre del giorno,
delle parole scivolate via,
dei movimenti scanditi a memoria,
dei circoli di polvere che si alza
lungo spirali identiche da sempre

e di morsi dati all'aria.